28 gennaio 2012

Michel Martone e gli sfigati a 28 anni: un post impopolare

Prevedo che questo post sarà decisamente impopolare.
Francamente a me sembra decisamente ridicola questa indignazione, questa alzata di scudi contro le dichiarazioni del vice-ministro. Ovviamente al netto delle parole utilizzate che andrebbero prese come quello che sono, o almeno a me sembrano: una provocazione.
Chiaramente non c'è una formula matematica per dire entro quanto tempo uno si dovrebbe laureare e soprattutto ci sono delle eccezioni (uno può aver iniziato tardi l'università, oppure dover lavorare per mantenersi agli studi ed essere costretto a studiare nei ritagli di tempo). Ma il concetto mi sembra semplice, elementare e soprattutto sacrosanto. Se a ventotto anni non hai ancora finito l'università, vuol dire che invece che cinque ce ne stai mettendo almeno nove di anni, e se non rientri in una delle eccezioni stai semplicemente buttando via tempo. La cosa peggiore è che ho l'impressione che gli stessi che s'indignano per il vice-ministro sono anche quelli che lamentano il fatto che in Italia non ci sia meritocrazia o che non sia un paese per giovani.
Chi a ventotto anni si deve ancora laureare non è sfigato, ma nella maggior parte dei casi semplicemente non ha voglia di studiare oppure non ha le capacità per farlo. Forse sfugge che laurearsi è un diritto, non un dovere. Ci sono moltitudini di lavori dignitosi, che non  richiedono nessuna laurea.

6 commenti:

  1. Mah, onestamente pure a me è sembrata più che altro una scelta infelice di termini. Non credo che intendesse studenti lavoratori o quelli che hanno iniziato a studiare tardi, quindi concettualmente non è che sia una dichiarazione così assurda. E' che un 'favorito' come lui e con un ruolo di rappresentanza dovrebbe anche avere l'obbligo di scegliere meglio i termini. Se si fosse espresso in modo più educato e gentile, dubito si sarebbe acceso tutto sto casino. Anche se, ovviamente, c'è sempre chi ha voglia di lamentarsi...

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    1. secondo me è anche colpa del fatto che gli italiani sono abituati a politici che li accondiscendono, anche nei loro lati peggiori

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  2. concordo perfettamente con voi!

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  3. pensavo suscitasse pareri più discordanti questo post

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  4. Si può provocare anche utilizzando un linguaggio proprio di un viceministro e non di un concorrente del Grande Fratello. Ma questo forse è un discorso più ampio che si può applicare a tutti i versanti della vita pubblica italiana. Per il resto, dici bene. L'università dovrebbe tornare ad essere un luogo di formazione culturale serio e non un posto dove trovarsi per cazzeggiare e dare esami a ripetizione aspettando la promozione per sfinimento del professore. La frequenza, ad esempio, dovrebbe essere a mio avviso obbligatoria.

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    1. secondo me dev'essere responsabilità dello studente decidere o meno di studiare, non dell'università convincere lo studente a studiare...quindi sono contrario alla frequenza obbligatoria...

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