9 luglio 2014

Fremdschämen

Una delle più peculiari caratteristiche della lingua tedesca è la formazione delle parole composite. Diciamo pure che il tedesco è famoso, oltre per l'asprezza dei suoi suoni, per avere lunghissime parole composite che indicano i più disparati significati.
Io il tedesco non lo so e quindi non mi dilungo in spiegazioni al riguardo. Per fare un esempio estremo riporto la parola che vanta il guinness dei primati della lunghezza, ovvero Donaudampfschiffahrtselektrizitätenhauptbetriebswerkbauunterbeamtengesellschaft che si traduce con Associazione dei sottufficiali per la gestione dell'ufficio centrale della compagnia di battelli elettrici sul Danubio.
Una parola composita tedesca molto più breve è fremdschämen che è composta da fremd che a quanto pare vuol dire strano, straniero, estraneo e da schämen che vuol dire provare vergogna. Fremdschämen vuol dire provare vergogna per qualcosa che qualcun altro ha fatto o essere in imbarazzo perché qualcunaltro si è messo in una situazione imbarazzante. 
Perché parlo di questa parola composita tedesca? Perchè riassume perfettamente la semifinale Brasile-Germania di ieri sera agli occhi di un non brasiliano.

8 luglio 2014

La mentalità dell'alveare

La mentalità dell'alveare (ed. Bompiani) di Vincenzo Latronico è un saggio nella forma di romanzo (o romanzo con intenzioni saggistiche?) che tratta dei problemi e delle conseguenze della "democrazia diretta della rete" attraverso la storia di due più o meno trentenni, Leonardo e Camilla, nella Milano dei giorni nostri.
Penso sia uscito un annetto fa ma io l'ho finito di leggere da un paio di giorni dopo averlo comprato usato a 5€. Per sgombrare immediatamente il campo dai dubbi, non siamo davanti ad un capolavoro. Non è un moderno 1984 né per qualità letterarie né per come le tematiche sono sviluppate. Per stessa ammissione dell'autore, il libro è stato scritto di getto in una settimana e la mancanza di ponderazione e di riflessione non può che essersi ripercossa fortemente sul libro e sulla sua trama. L'autore ha probabilmente voluto cavalcare l'onda del risultato clamoroso del M5S (che chiaramente è fonte d'ispirazione per la trama del libro, ma su questo ritorno fra un attimo) alle elezioni dello scorso febbraio, tant'è che le duecento pagine scritte larghe e che si leggono in un baleno sono uscite appena due o tre mesi dopo. Facendo così, ha sprecato la grande occasione di scrivere un potenzialmente bel libro (dando per scontato che fosse in grado di tirare fuori di meglio) in cambio di un instant book di scarso successo (dando un'occhiata veloce ai numeri). Forse aveva altro e di meglio da fare nella vita che scrivere un libro.
Nell'Italia descritta da Latronico, le elezioni sono state vinte dalla Rete dei Volenterosi, un movimento nato intorno al blog di Pino Calabrò, ex conduttore delevisivo di programmi in difesa dei consumatori. L'alveare è il forum dove gli iscritti al movimento discutono, si infiammano e giudicano. Leonardo e Camilla sono due "calabroni", ovvero due aderenti al movimento e Camilla, ad un certo punto del libro diviene anche consigliere comunale a Milano. La trama racconta delle ripercussioni pubbliche e private sui due protagonisti (e in parte minore sui pochi altri personaggi che gli stanno incontro) delle dinamiche della democrazia digitale del Movimento dei Volenterosi. Un mondo dove non contano i fatti, ma le opinioni e i "non può che essere così". Il mondo dei sospetti complottistici. Questa è la parte interessante del libro.
Il tema principale attorno al quale si svolgono le vicende del libro è la legge sull'impignorabilità della prima casa approvata dal governo della Rete dei Volenterosi ed il conseguente aumento dei mutui fino alla quasi impraticabilità. Alcuni accorgimenti della trama al riguardo sono, secondo me, forzati dallo scopo che si è posto Latronico. O ancora più probabilmente sono difetti di un libro scritto in una settimana. Come il finale che arriva di punto in bianco e precipitosamente senza un forte legame con quello che era successo fino a quel punto. Aveva fretta di chiudere e di chiudere in quel modo.
In conclusione un libro scorrevole e che tratta un argomento interessante, con qualche evidente difetto che ne limita la qualità.