Namur è il capoluogo della regione Vallonia, la parte francofona del Belgio, e sorge alla confluenza della Sambre e della Mosa. La città è dominata da un'imponente cittadella che dall'alto osserva l'incontro dei due fiumi.
E' da questo scenario che un sabato mattina caldo e assolato (che per il Belgio è un evento quasi apocalittico) di fine Agosto che parte il mio percorso che mi porta a costeggiare la Mosa verso Dinant in direzione Sud. Ed in effetti, a guardare la cartina, il fiume scorre quasi diritto come un fuso tra le due città.
Attraversato il ponte sulla Sambre che si vede sulla destra della foto a sinistra, imbocco la N92 che costeggia la riva occidentale. Abbandonati i piacevoli sobborghi rivieraschi di Namur, uno dei primi paesi che incontro è Wépion che scopro essere rinomato per le sue fragole (la capitale belga delle fragole, nientedimeno). Ed in effetti lungo la strada, malgrado immagino che il periodo delle fragole sia già passato, si vedono ancora dei baracchini che ne vendono. Inoltre, in corrispondenza di questo paese, all'azzurro del cielo e del fiume e al verde degli alberi, il panorama del lungomosa inizia ad arricchirsi anche del bianco delle caratteristiche rocce calcaree a strapiombo. Dopo aver attraversato il fiume un paio di volte, quindi trovandomi di nuovo sulla sponda occidentale, arrivo all'altezza di Annevoie-Rouillon dove, prendendo una strada che s'inerpica verso l'interno e passando un buffo palazzo aggrappato alla strada con un mini-ingresso da mini-castello, giungo ai famigerati Jardins d'Annevoie. Della loro esistenza ne ho sentito parlare per la prima volta recentemente dal mio capo, che oltre a decantarne la bellezza me ne ha parlato in termini di interesse ingegneristico. A quanto pare questo giardino acquatico settecentesco utilizza il principio dei vasi comunicanti per fare in modo che l'acqua, fornita dal torrente Rouillon, scorra e formi cascate e fontane in modo del tutto naturale ed ininterrottamente dalla creazione del giardino ad oggi.
Ma nonostante tutta questa premessa la visita al giardino la salto. Per un motivo fondamentale. Il tempo, in questo road trip fluviale, è tiranno e quindi sarebbe stata una visita tirata via. Considerando anche i 7€ e rotti di biglietto d'ingresso preferisco rinviare la visita ad un momento più adatto.
Riparto alla volta di Dinant, spostandomi definitivamente sulla sponda destra con il paesaggio continua ad essere costellato da belle ville in pietra (nella foto a sinistra un esempio), che per fortuna si discostano decisamente dalla classica abitazione belga di tristissimi mattoncini marroni, e da pareti verticali di roccia dove ogni tanto è anche possibile vedere alpinisti impegnati in una scalata.
A Dinant arrivo nel primissimo pomeriggio e parcheggio la macchina nei pressi dell'abbazia di Leffe, che da il nome ad uno dei tanti marchi di birra belga. Dinant è una cittadina di poche migliaia di abitanti, chiusa tra la Mosa e l'ennesimo nudo dirupo di roccia calcarea. Una delle due attrattive principali è la Collégiale Notre-Dame, che risale al tredicesimo secolo e sostituisce una precedente chiesa romanica distrutta da un masso (!!). L'altra è la cittadella fortificata che, come a Namur, domina dall'alto la città e dalla cui terrazza a quanto pare si può godere di un bel panorama. Dico a quanto pare perchè per l'ingresso alla cittadella chiedevano, anche in questo caso, 7€ e spiccioli indipendentemente che dal fatto che uno volesse accedere tramite funivia o tramite i 408 gradini. Io, però, non volevo visitare la cittadella, ma solo vedere l'eventuale panorama. Ho anche tentato di aggirare il problema inerpicandomi su un sentiero laterale senza sapere dove portasse. Sono sbucato all'altezza della Tour de Monfort, poco più a sud della cittadella, ma ogni accesso a qualsiasi sorta di vista panoramica era recintato o nascosto da una fitta vegetazione.
Deluso e stanco per l'arrampicata, abbandono Dinant ma non la Mosa che continuo a seguire per una decina di km ancora verso il confine con la Francia prima di lasciarla definitivamente in corrispondenza di Hastière. Subito fuori Dinant, sulla riva opposta a quella che percorro, c'è il rocher Bayard, un verticale sperone di roccia che secondo la leggenda è stato separato dalla parete dall'omonimo mitico cavallo di Rinaldo. In realtà fu aperto dalle truppe di Luigi XIV per avere un più facile passaggio lungo la Mosa. Solo una volta tornato a casa ho scoperto che adesso c'è una strada che ci passa in mezzo e di essere sul lato sbagliato del fiume. Ultima nota per il castello rinascimentale di Freyr ed il suo bel giardino corredato di fontane, stagni e pefino alberi di arancio.
Qui il percorso su Google Maps.
Qui la descrizione generale del road trip.
Riparto alla volta di Dinant, spostandomi definitivamente sulla sponda destra con il paesaggio continua ad essere costellato da belle ville in pietra (nella foto a sinistra un esempio), che per fortuna si discostano decisamente dalla classica abitazione belga di tristissimi mattoncini marroni, e da pareti verticali di roccia dove ogni tanto è anche possibile vedere alpinisti impegnati in una scalata.
A Dinant arrivo nel primissimo pomeriggio e parcheggio la macchina nei pressi dell'abbazia di Leffe, che da il nome ad uno dei tanti marchi di birra belga. Dinant è una cittadina di poche migliaia di abitanti, chiusa tra la Mosa e l'ennesimo nudo dirupo di roccia calcarea. Una delle due attrattive principali è la Collégiale Notre-Dame, che risale al tredicesimo secolo e sostituisce una precedente chiesa romanica distrutta da un masso (!!). L'altra è la cittadella fortificata che, come a Namur, domina dall'alto la città e dalla cui terrazza a quanto pare si può godere di un bel panorama. Dico a quanto pare perchè per l'ingresso alla cittadella chiedevano, anche in questo caso, 7€ e spiccioli indipendentemente che dal fatto che uno volesse accedere tramite funivia o tramite i 408 gradini. Io, però, non volevo visitare la cittadella, ma solo vedere l'eventuale panorama. Ho anche tentato di aggirare il problema inerpicandomi su un sentiero laterale senza sapere dove portasse. Sono sbucato all'altezza della Tour de Monfort, poco più a sud della cittadella, ma ogni accesso a qualsiasi sorta di vista panoramica era recintato o nascosto da una fitta vegetazione.
Deluso e stanco per l'arrampicata, abbandono Dinant ma non la Mosa che continuo a seguire per una decina di km ancora verso il confine con la Francia prima di lasciarla definitivamente in corrispondenza di Hastière. Subito fuori Dinant, sulla riva opposta a quella che percorro, c'è il rocher Bayard, un verticale sperone di roccia che secondo la leggenda è stato separato dalla parete dall'omonimo mitico cavallo di Rinaldo. In realtà fu aperto dalle truppe di Luigi XIV per avere un più facile passaggio lungo la Mosa. Solo una volta tornato a casa ho scoperto che adesso c'è una strada che ci passa in mezzo e di essere sul lato sbagliato del fiume. Ultima nota per il castello rinascimentale di Freyr ed il suo bel giardino corredato di fontane, stagni e pefino alberi di arancio.
Qui il percorso su Google Maps.
Qui la descrizione generale del road trip.
Nessun commento:
Posta un commento