Una nuova puntata nella saga delle chiavi di ricerca assurde. Questa settimana qualcuno è finito su questo blog cercando: "omissione di soccorso motociclista che da una piccola botta".
Assecondando la vocazione di blog di servizio, ho un suggerimento per l'ignoto visitatore.
Ignoto visitatore che hai omesso il soccorso, “io non so che hai fatto, ma è meglio se ti trovi un avvocato, perchè la giuria questa cosa della piccola botta non è che la vede veramente bene.” (semicit. Quelo)
Tutto quello che segue non è uno studio di settore, ma solo calcoli approssimativi. Spero però che rendano l'idea.
Tanto per iniziare, il nucleare inquina (in senso classico, cioè emissione di gas serra o come si vogliono chiamare) meno del solare.
Ovviamente è estremamente più pericoloso in caso di malfunzionamento e poi produce scorie radioattive, che prevedono un ciclo di smaltimento di centinaia o migliaia di anni. Il termoelettrico, d'altra parte, produce gas inquinanti a gettito continuo.
Il problema del solare, per esempio, è che si tratta di una fonte di energia a bassa densità di potenza (vuol dire che per produrre molta energia c'è bisogno di molto spazio). Supponendo per assurdo un'efficienza del 100% (cioè tutta la potenza solare incidente sul pannello viene convertita in elettricità) per far fronte al fabbisogno mondiale di elettricità (vedi Fig.2) sarebbe necessario (prendendo il valore medio di densità di potenza incidente sulla terra di 170W/m^2, vedi Fig.3) una superficie di pannelli equivalente all'intero Portogallo.
Fig.2 Fabbisogno energetico mondiale
Fig. 3 - Densità di radiazione solare media
Un'efficienza del 100% è un limite teorico (attualmente l'efficienza del fotovoltaico è intorno all'8%, auspicabilmente migliorabile con la ricerca), così come ovviamente teorica è una centrale solare con pannelli disposti senza soluzione di continuità uno accanto all'altro (sarà necessario spazio per le infrastrutture e spazio tra un pannello e l'altro o tra una fila di pannelli e l'altra).
Guardando la situazione attuale, prendendola come esempio, la tristemente famosa centrale di Fukushima si estende su 860 acri ed ha una capacità di 4700MW. La centrale fotovoltaica di Sarnia (Canada), una delle più grandi al mondo, ha una capacità di 80MW e si estende su 950 acri. Vuol dire che per pareggiare la centrale di Fukushima ci vorrebbe una centrale fotovoltaica che si estende per 80 volte circa l’estensione della centrale di Fukushima. La più grande wind farm del mondo, in Texas, ha una capacità di 780MW ed è composta da 627 pale eoliche. Per pareggiare la centrale di Fukushima ce ne vorrebbero circa 3700 di pale eoliche.
In conclusione, dando per scontato che è cosa buona e giusta puntare sulla ricerca e lo sviluppo delle energie rinnovabili, a causa dell'enorme fabbisogno di energia (in continuo aumento fra l'altro) e delle intrinseche limitazioni di energie come il solare e dell'eolico, è difficile immaginarsi che queste siano sufficienti su scala globale. Questo volevo dire citando la Hack. Io non sono un fan del nucleare, ma neanche del termoelettrico. Una soluzione è rivedere il futuro riducendo i consumi. Ma quanto è realistico? E Cina, India, Brasile e compagnia sarebbero d'accordo? E allora è meglio puntare, per dove non arrivano le rinnovabili, sul termoelettrico o sul nucleare?
Più che me, dovrebbero consultare Carlo Rubbia, è lui il vero esperto. Io dico solo che anche il fuoco è pericoloso perché incendia le foreste. A questo punto, se diciamo no, dobbiamo rinunciare al progresso e ridurre il fabbisogno di energia
Comma 21:
L'unico motivo valido per chiedere congedo dal fronte è la pazzia.
Comma 22:
Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.
Un meraviglioso libro sulle assurdità della guerra ambientato in una base aeronautica americana sull'isola di Pianosa durante la seconda guerra mondiale. Il romanzo è popolato da un numero enorme di personaggi (la maggior parte dei quarantadue capitoli è intitolato ad uno di loro) altrettanto assurdi e meravigliosi.
Il protagonista è l'antieroe Yossarian, che è convinto che tutti stiano cercando di ucciderlo e il cui unico obiettivo è di tentare di sopravvivere alle missioni a cui lui ed i compagni di volo sono assegnati.
- Stanno cercando di uccidermi.
- Nessuno sta cercando di ucciderti.
- Allora perchè sparano contro di me?
- Sparano contro tutti. Stanno cercando di uccidere tutti.
- E che differenza fa?
E poi c'è Orr, pilota che viene abbattuto in ogni missione a cui prende parte e che a causa di questo ha sviluppato ottime doti di ammaraggio, e Milo, ufficiale di mensa che sfruttando la sua posizione inizia un traffico di viveri in tutta Europa, e il colonello Cathcart, che vuole diventare generale e per impressionare i superiori aumenta in continuazione il numero di missioni che gli uomini devono compiere prima di poter prendere congedo. C'è anche il cappellano che ha come assistente il caporale Whitcomb, il cui obiettivo è prendere il posto del cappellano, pur essendo ateo. E oltre a loro decine di altri personaggi, pieni di assurdità e di follia.
E' un libro piuttosto lungo che ha inevitabilmente i suoi punti bassi, ma che ha l'incredibile pregio di finire in crescendo. Insomma un libro da leggere, tanto che si è meritato l'apertura (e la chiusura?) di una nuova rubrica letteraria in questo blog.
Nota negativa è l'esagerato numero di refusi presenti nell'edizione in mio possesso. Possibile che nessuno della Bompiani si sia preso la briga di rileggere il libro prima di pubblicarlo?
Lo scorso diciotto febbraio il Belgio ha battuto il record mondiale di attesa per la formazione di un governo democratico, con duecentocinquanta giorni passati dal momento delle elezioni (il tredici giugno dell'anno scorso). Spodestato l'Iraq che deteneva il record precedente con duecentoquarantanove giorni. Nel frattempo nulla è cambiato e ogni giorno che passa senza governo il record viene spostato di un passo più avanti.
Egli non riusciva a far loro capire che lui era un capriccioso vecchio di ventotto anni, che apparteneva a un'altra generazione, a un'altra era, a un altro mondo, che l'idea di divertirsi lo annoiava e non valeva lo sforzo, e che anche loro lo annoiavano. Non riusciva a farli smettere; non avevano abbastanza cervello per essere degli introversi e delle anime represse.
L'uguaglianza sociale è un'utopia a cui non ho alcuna voglia di tendere. Nel corso della storia moderna quelli che sono riusciti più di tutti ad avvicinarcisi, a mio modesto parere, sono stati i khmer rossi di Pol Pot e del Partito Comunista della Cambogia. Pol Pot e gli altri leader erano figli del ceto medio cambogiano e studiarono in università francesi, dove si avvicinarono alle dottrine marxiste. Nei quattro anni scarsi, a partire dal 1975, in cui rimasero al potere, i khmer rossi isolarono il paese dal mondo esterno, chiusero scuole, ospedali e fabbriche, abolirono l'uso del denaro e ogni forma di economia capitalista, espropriarono ogni proprietà privata e fecero migrare la popolazione dalle aree urbane nelle zone rurali dove vennero instaurate comuni agricole. Due milioni di cambogiani, qualcosa come un terzo della popolazione, morirono di fame, nei campi di lavoro oppure giustiziati, nel tentativo di creare una società senza classi sociali.
I libri venivano bruciati, gli insegnanti uccisi. Gli intellettuali erano visti come i peggiori nemici di una società basata sul comunismo agricolo. Chiunque avesse un minimo di educazione fu messo a morte. Chi indossava occhiali era considerato istruito e quindi torturato o ucciso. Chiedevano agli uomini di arrampicarsi sugli alberi di cocco. Chi non ci riusciva era un nemico del proletariato agricolo, un intellettuale, e veniva eliminato. La raccolta di frutti o bacche selvatiche era considerata un'impresa capitalista e quindi punibile con la morte. I khmer rossi non credevano alla medicina occidentale e si affidarono alla medicina contadina tradizionale, il che aumentò ulteriormente il numero di morti.
Anche la lingua khmer fu trasformata per adattarsi alle esigenze rivoluzionarie. Ogni riferimento al rango sociale fu estirpato e i termini di derivazione contadina soppiantarono quelli utilizzati nelle città. Le icone religiose furono bruciate ed i cambogiani cattolici, mussulmani, i monaci buddisti erano considerati nemici e quindi torturati ed uccisi. Chiunque avesse avuto legami con il vecchio governo o con un governo estero fece la stessa disgraziata fine.
Ogni gruppo di persone diverso dall'unità di una decina di persone che era alla base della società comunista cambogiana era visto come possibile luogo di cospirazione e quindi proibito. La famiglia tradizionale fu messa fuori legge. I membri di una stessa famiglia venivano deportati in parti diverse del paese. Ogni tipo di comunicazione radio, postale, telefonica, fu abolita. Gli utensili da cucina vennero distrutti e le mense comuni erano gli unici luoghi in cui mangiare. I bambini venivano separati dai genitori ed indottrinati al comunismo. Venivano insegnate loro tecniche di tortura e venivano messi a comando delle esecuzioni.
Tutto questo non ha niente di folle, ma è una lucida visione di ingegneria sociale atta a creare una nuova società basata sull'uguaglianza. Per creare una nuova società, i khmer rossi hanno deciso di radere al suolo quella vecchia. Questo spiega anche come mai i bambini avevano un ruolo centrale nell'organizzazione sociale. Rappresentavano il nuovo ideale di uomo cresciuto senza essere stato corrotto dai valori tradizionali, religiosi, sociali ed economici della precedente Cambogia. La popolazione, nel periodo di potere degli khmer rossi, temeva, anzi aveva terrore dei bambini, che erano tra i più fedeli al regime.
Nel gennaio 1979, la Repubblica Socialista Vietnamita invase la Cambogia e spodestò i khmer rossi, instaurando una repubblica comunista più moderata. Khmer Rouge rimase attiva come movimento di resistenza clandestino fino al 1996, quando Pol Pot, in seguito ad un trattato di pace, sciolse l'organizzazione. Pol Pot, o Fratello Numero Uno (Fratello Numero Due, Tre e così via erano gli altri leader dell'organizzazione), morì nel 1998 senza aver mai dovuto rispondere del genocidio operato dall'organizzazione di cui era a capo.