4 febbraio 2011

Achille vs. Tartaruga

In una radura di un bosco vicino ad Elea tre uomini confabulano in compagnia di una tartaruga.
- Achille, allora siamo d'accordo? Cento dracme che non riesci a raggiungere la tartaruga se gli dai cento piedi di vantaggio.
- Fossi matto, Zenone, a lasciar passare un'occasione così facile per sfilarti cento dracme.
- Il qui presente Melisso di Samo, mio amico, si è offerto di fare da giudice imparziale della gara.
- Benissimo. Metti le cento dracme accanto alla tartaruga così che appena l'avrò raggiunta me le prenderò.
Achille, messosi nel posto prestabilito, si china in posizione di partenza pronto a scattare e ad umiliare Zenone e la tartaruga. Melisso alza il braccio in aria.
- Al mio tre abbasserò il braccio e quello sarà il segnale per la partenza. Uno.
Zenone si avvicina alla tartaruga per spronarla.
- Due.
Achille scalda i muscoli delle gambe.
- Tre.
Melisso abbassa il braccio, ma contemporaneamente alza la gamba e sgambetta Achille che in un lampo era scattato in avanti. L'eroe greco capitombola per terra goffamente. Prima che faccia in tempo a rialzarsi e a saltare addosso a Melisso per la rabbia, Zenone tira fuori una cerbottana e lo bersaglia con dei pallini di carta. Ancora a terra Achille si volta verso Zenone e lo minaccia delle peggiori morti immaginabili, ma Melisso gli si avvicina da dietro e lo prende a calci sul famoso tallone, unico suo punto debole. Achille si contorce dal dolore e Zenone approfitta del parapiglia per prendere in braccio la tartaruga e mettersi nelle tasche le monete.
- Te l'avevo detto che non saresti riuscito a raggiungerla.
Zenone e Melisso se la battono a gambe levate ed Achille resta a terra furente e dolorante.

Cantami o Diva, del Pelide Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti ai cheloni, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme di filosofi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò.

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