28 luglio 2010

Come una farfalla - Terza parte

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La natura non è mai stata particolarmente clemente con questo paese. Terremoti ed inondazioni. L'agricoltura è praticamente impraticabile in buona parte del territorio. Il sottosuolo, invece, è dotato di ricchezze minerarie in quantità incalcolabili. Per cui, dalla sua indipendenza ad oggi, il paese è di fatto in mano a poche società americane ed europee che si spartiscono le concessioni di sfruttamento del territorio. La capitale è un'isola di benessere in un paese povero. Regno incontrastato di politici, burocrati e militari che devono il loro tenore di vita ai nuovi colonizzatori che di fatto governano il paese attraverso un governo fantoccio senza opposizione interna o esterna. Formalmente si tratta di una democrazia, ma di fatto esiste un solo partito che abbia la forza economica e la capacità organizzativa di presentarsi alle elezioni. La maggior parte della popolazione nel resto del paese non ha un'educazione sufficiente e chi comanda non fa nessuno sforzo per procurargliela, evidentemente. Quelli che lavorano nelle miniere dello stato, ma al servizio delle compagnie straniere, sono, senza giri di parole, schiavi. E come tali vengono trattati. Le condizioni di lavoro sono terrificanti e gli incidenti mortali nelle miniere fanno parte della routine quotidiana.
Ogni tanto, questo paese si guadagna un trafileto nella pagina degli esteri di un quotidiano di qualche paese occidentale. Oppure un reportage in seconda serata. Mezzora d'indignazione al 3% di share. Poi torna ad essere un puntino indefinito sul mappamondo. Nessun cambiamento per decenni, nessuna speranza di miglioramento.
Un mese fa la rivolta. Una milizia armata, formata da un numero imprecisato di ribelli e venuta fuori dal nulla, prende d'assalto i punti nevralgici del potere. Il fattore sorpresa fa vacillare il potere predefinito. Il capo del governo viene ucciso, le gerarchie mitlitari decapitate. I miliziani però non riescono a conquistare la capitale e il colpo di coda dell'esercito è violento. La rivolta viene soffocata nel sangue. Non viene fatto alcun prigioniero e quel che resta dei ribelli fugge nella giungla. Sembra che uno dei motivi che abbia decretato la sconfitta dei ribelli sia stata l'indifferenza da parte della popolazione. 
Nel giro di pochi giorni un nuovi membri del governo e nuovi generali vengono nominati. E con nuovi  si intende vecchi. Sull'origine e gli obiettivi della rivolta, mistero. Sull'identità e la provenienza dei ribelli, mistero.

to be continued...

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