9 febbraio 2010

Caramelle

Un'altra giornata di caccia è passata. Il precario equilibrio giornaliero tra il cercare di sfuggire ai grandi predatori carnivori e la ricerca di cibo è salvo per la prossima manciata di ore. Attraverso la radura che dalla foresta porta fino al torrente che dovrò guadare. E' illuminata di sfuggita da un sole calante. E mentre attraverso la radura penso. Penso alla precarietà della vita, al senso di questo giornaliero ripetersi dei soliti gesti. Penso al fatto che a fine mese dovrò pagare l'affitto di quel buco che ostinatamente chiamiamo casa. Affitto che non fa che aumentare. Il mio vicino Ug dice che è colpa della crisi. Dice anche di aver sentito dire da alcuni suoi parenti che vivono sul versante occidentale che siamo in un periodo di raffreddamento globale.
- Vedrai se non stiamo andando incontro ad una nuova glaciazione - ha detto.
Nuova. Come se avessimo mai vissuto una glaciazione. Sono solo parole che si tramandano di generazione in generazione quelle di una passata glaciazione. Non sono neanche sicuro che faccia effettivamente più freddo che in passato o se non sia altro che suggestione collettiva. Penso alla mia compagna Ur che mi attende accanto al fuoco acceso, speranzosa di vedermi tornare. Di vedermi tornare con del cibo. Penso ad un modo per far fuori gli scarafaggi che infestano la caverna. Non so come mai ma mi viene in mente di schiacciarli con delle pietre rotolanti. L'acqua gelata del torrente in piena mi arriva al ginocchio e fa volatilizzare i miei pensieri. Mi godo gli ultimi raggi di sole. In silenzio. Non che prima stessi parlando. Nel silenzio della mia mente.
Quando sono ormai dall'altra parte del guado vedo dei piccoli oggetti sferici che danzano nell'aria ad altezza d'uomo. Gli occhi mi si illuminano di gioia. Sono eventi come questo che mi riconciliano con il mondo. Inaspettati, come devono essere i piccoli piaceri che la vita riserva. Poso la clava ed il sacco di pelle che contiene il bottino della caccia odierna e mi avvicino ad una di loro. Pregustando nella mia mente il dolce sapore mi metto a fissare il suo fluttuare a mezz'aria per qualche secondo e poi apro la bocca e la metto tra i denti. Come ho imparato da tempo, la cosa migliore non è inghiottirla subito, ma farla sciogliere lentamente nella bocca, cosicchè il suo gusto mi accompagni per tutta l'ultima parte del tragitto fino alla caverna.
Adoro le caramelle al gusto di pterodattilo.

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