15 febbraio 2010

Akropolis


Era una fredda mattina di fine gennaio ad Atene. Una pioggia fine ma insistente la stava bagnando da diverse ore. Un silenzio assoluto sembrava regnare sulla città vista da una deserta Acropoli, spazzata da un vento gelido proveniente da Nord. Un rigido coprifuoco vigeva sulla città da ormai una settimana. Da quando era iniziato l'assedio. Coprifuoco destinato a finire dato che, viste le forze allo stremo, Atene era capitolata la notte precedente, ma nessun cittadino sembrava ancora aver intenzione di togliere le barricate dalla propria casa ed uscire.
Il settimo reggimento era entrato in città alle prime luci dell'alba. Ciascun battaglione veniva indirizzato ad impossessarsi dei luoghi chiave. Il battaglione guidato dal colonnello di reggimento salì verso l'Acropoli. 
I tamburi scandivano ogni passo fatto dai trecento soldati, vestiti con i tipici pantaloni bianchi e il cappello a punta, ugualmente bianco. Vederli salire la scalinata antistante i propilei sarebbe potuto essere memorabile, ma non ci fu alcun testimone alla scena. Alcuni cappelli volarono per aria quando i soldati si trovarono davanti il Partenone. Il colonnello, che portava un'uniforme rossa per distinguersi dai soldati semplici, richiamò l'ordine e disse al portabandiera di preparare il vessillo. I soldati si disposero sotto il pennone che reggeva la bandiera greca. I due incaricati l'ammainarono mentre il portabandiera tirava fuori la bandiera blu con striscia centrale bianca. Tutti si misero sull'attenti mentre la bandiera saliva. Dopo pochi secondi, il simbolo degli invasori sventolava già su Atene. Ma non era abbastanza. Per sancire inequivocabilmente la vittoria della battaglia avrebbero dovuto far loro il simbolo della città. Quindi, incuranti del valore storico, il Partenone durante la notte sarebbe stato dipinto di blu.
La mattina seguente il mondo avrebbe saputo che i Puffi avevano conquistato Atene.

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