28 aprile 2013

Alta velocità, ma non troppo

Come dicevo, la settimana appena passata ero in Belgio. Per tornare a Parigi ho dovuto prendere il Thalys, treno ad alta velocità tra Bruxelles Midi e Paris Nord.
Poco meno di un quarto d'ora prima della partenza arrivo al binario e il treno è già lì ad aspettarmi. Salgo sul vagone numero due, dopo averci messo un po' di tempo a trovarlo, perchè i monitor sono tutti spenti e non si capisce bene quale sia il numero dei vagoni. Le luci all'interno del treno sono tutte spente, mi sembra strano, ma mi metto a sedere al mio posto e aspetto la partenza leggendo un libro.
Passano i minuti, ma il treno non parte e siamo sempre in penombra. Sul vagone mezzo vuoto i dubbi iniziano a crescere, finché un altoparlante avverte del ritardo per problemi tecnici. Dopo poco, un addetto sale sul treno e ci avverte che quello su cui siamo sopra non partirà mai. Dobbiamo salire sul gemello che si è appena accodato sullo stesso binario.
Salgo sul treno e chiedo su che vagone devo accomodarmi. Di tutta risposta mi dicono che, visti i problemi all'altro, su quel treno devono coesistere i passeggeri di due treni, quindi ogni posto libero va bene.
Sono piuttosto fortunato e trovo un posto a sedere. Ddavanti ad un collega, fra l'altro, ma che è meno socievole di me (non è facile) e quindi respinge i miei tentativi di dialogo. Poco dopo, però, i posti a sedere finiscono e la gente, piuttosto perplessa, rimane in piedi nel corridoio. Gli altoparlanti annunciano tre quarti d'ora di ritardo che sono già passati, quindi nessuna notizia. Quelli in piedi si rassegnano e si mettono a sedere per terra.
Finalmente sembra che tutto sia pronto perchè si parta. Piccolo particolare: il treno si muove in direzione opposta rispetto a quella teorica. Andiamo ad Amsterdam invece che a Parigi? Dopo poco il treno si ferma su qualche binario morto tra le tante stazioni di Bruxelles.
In attesa di sapere cosa altro ci riservi il nostro destino ferroviario, un'altra sorpresa si manifesta nel nostro vagone. Cinque o sei steward di bordo si avvicinano minacciosi ad un passeggero seduto poco dietro di me. A quanto pare si è macchiato dell'abominio di aver dato di "inutile" ad una hostess e ora si sorbisce i rimproveri e le minacce di tutti i suoi colleghi.
Ormai è passata più di un'ora e il treno è riuscito a tornare a Bruxelles Midi, cioè al punto di partenza. La retromarcia è servita a cambiare binario per scartare l'altro treno che rimane morto ed immobile al suo posto. Per qualche momento ho disperato della possibilità di arrivare a Parigi, ma con poco più di un'ora di ritardo il treno arriva alla Gare du Nord e io mi posso fiondare in metro per tornare a casa.

13 commenti:

  1. Qualcuno ti ha trasmesso la sfiga nei viaggi???? Ahahahah
    Dai, l'importante è che tu sia arrivato sano e salvo!

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    1. In effetti non ci avevo pensato. Eh, l'osmosi :)

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    2. C'è da dire che con i treni io ho un certo feeling...

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    3. Questo feeling perdura da tempo immemore o è relativo all'ultimo periodo?
      Comunque le mie vicissitudini fantozziane legate ai viaggi han più a che fare con gli aerei... coi treni c'è solo la classica corsa contro il tempo da ritardaria cronica.

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    4. Non da tempo immemore ma da qualche anno. Penso che tutto ebbe inizio durante quel viaggio in cui il controllore perse il treno.

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  2. vi prego vi prego vi prego. urge chiarezza e ulteriori notizie.
    steward è omino del biglietto o signorina col carrello?
    in entrambi i casi, nel secondo meglio, gradirei un video dei ragazzotti minacciosi che si avvicinano al viaggiatore abominevole. serve per il mio amor proprio e poi lo voglio far vedere ai miei, di clienti....storia lunga, ma grazie. attendo.

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    1. Non sono in grado di fare distinzioni sui ruoli di questi steward. E soprattutto non ci sono video a documentare l'accaduto.

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  3. Ecco, considerando che anche io ho collezionato diverse disavventure con i treni, se prendessimo un treno tutti insieme magari le sfighe si annullerebbero! Dovremmo provare! :D

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    1. ecco. bravi.
      provateci.
      ma non sul mio, grazie ;-)

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    2. dai jo, alla fine le piccole disavventure (se son piccole) sono le cose che ricordiamo con più piacere di un viaggio! son quegli aneddoti che raccontiamo agli amici, ne scriviamo sui blog, ce li teniamo a mente per divertire i nipoti quando saremo vecchi! ahahaha

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    3. ps io sul treno ci lavoro.... mica ci passo 12h al giorno x divertimento/vacanza/viaggio ;-)p

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    4. chiedo venia, non lo sapevo!
      ma allora mi sa che quanto a storie da raccontare ne hai già per riempire diversi tomi! :D

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    5. la migliore, o tra le migliori, l'ho letta qui da voi;-)

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