Era mezzanotte e cinque minuti della notte tra il 2 ed il 3 Dicembre 1984 a Bhopal, in India, quando, in una fabbrica di pesticidi della Union Carbide, dell'acqua entrò in un serbatoio contenente numerose tonnellate di isocianato di metile, producendo una reazione chimica che sviluppò temperature superiori ai 200 °C ed aumentò la pressione del serbatoio fino al punto in cui si produsse una imponente fuga di gas tossici nell'atmosfera. Il ventò diresse questi gas verso le zone abitate della città ed in particolar modo verso il quartiere più povero, l'Orya Basti.
Il numero delle vittime, secondo le stime ufficiali, fu dell'ordine delle migliaia, ma stime ufficiose le valutano tra le dieci e le trenta mila. Cinquecento mila le persone che hanno avuto la salute danneggiata da questo avvenimento. Le cause principali delle morti furono asfissia, edema polmonare e collasso circolatorio, mentre tra gli effetti a lungo termine si sono registrati problemi respiratori ed alla vista, problemi neurologici e cardiaci, disfunzioni fetali ed infertilità.
Fra i fattori che hanno prodotto uno dei più grandi disastri industriali mai verificatisi va citata sia lo sconsigliato stoccaggio di ingenti quantità di isocianato di metile che il basso livello di manutenzione e di sicurezza, causati anche dalla cessazione nei mesi immediatamente precedenti della produzione dell'isocianato di metile stesso, dovuto ad una forte diminuzione della domanda di pesticidi che erano il prodotto finale della fabbrica.
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