Dicembre 2008. Pochi giorni prima di Natale. La sera sta calando su un treno locale che, dopo una sequenza di piccole stazioni di campagna di cui ormai ho imparato i nomi come se facessero parte di uno scioglilingua, conclude la sua corsa a Charleroi, dove vado a prendere un aereo che mi deve riportare a casa per le feste. Leggo un libro ed osservo la fauna di studenti erasmus che affolla il treno. Tutti diretti allo stesso aeroporto. Ognuno con un diverso volo Ryanair e con una diversa destinazione sul biglietto. Tutto normale.
Tutto normale fino a quando il treno si ferma alla stazione di Fleurus. L'unica in tutto il tragitto che è qualcosa di più di due banchine e qualche cartello con il nome della stazione. Due persone cercano di scendere dall'uscita davanti a me, ma la porta sembra bloccata e non si apre. Allora si precipitano verso un'altra uscita. Io li seguo con la coda dell'occhio per vedere se riescono ad arrivarci prima che il treno riparta.
Ce la fanno in tranquillità semplicemente perchè il treno non riparte. In compenso non possono scendere perchè tutte le porte sono bloccate. Dal Belgio, come avevo già iniziato ad imparare, puoi aspettarti sempre di tutto. In genere il peggio. Tant'è che dopo poco vedo il macchinista attraversare tutto il treno, scedere dopo aver aperto una delle porte e poi allontanarsi sul marciapiede. La perplessità inizia a diffondersi tra i passeggeri iniseme all'impazienza. Il treno è bloccato in mezzo al nulla belga e il tempo passa. Molti rischiano di perdere l'aereo. Io sono abbastanza tranquillo perchè questa volta sono partito in anticipo ed ho ancora tempo per arrivare all'aeroporto.
Il tempo continua a passare e finalmente il macchinista ritorna. Qualcuno lo blocca e si fa spiegare la situazione. La spiegazione è tanto semplice quanto paradossale. Il controllore ha perso il treno. O meglio, il controllore, dopo esser sceso alla stazione precedente per dare il via al treno, non è riuscito a risalire ed il treno è partito senza di lui senza accorgersene. Inoltre il controllore ha lasciato il cellulare sul treno e la stazione precedente è una stazione fantasma di un paesino minuscolo, quindi non c'è alcuna possibilità di comunicare con il controllore. E senza di lui il treno non si può muovere. Questo dicono i regolamenti.
Un sentimento fra la rabbia e l'incredulità monta nel treno. Le lancette dell'orologio continuano a girare ed il rischio di perdere l'aereo inizia ad interessare anche me. Ma i colpi di scena non sono finiti. Il macchinista dice che c'è una sola possibile soluzione. Bisogna fare marcia indietro ed andare a prendere col treno il controllore disperso alla stazione precedente. E non è una battuta. Lo dice seriamente. Tanto seriamente che decide di mettere in pratica questa sua idea che a me sembra malsana. Ma il treno si muove di pochi metri in direzione opposta a dove dovrebbe essere diretto ed è di nuovo fermo. Cosa succede stavolta? Semplice. Non c'è più bisogno di andare a prendere il controllore perchè ha trovato un passaggio. Un treno merci che transitava sulla stessa linea lo sta portando alla nostra stazione. Autostop in treno (trenostop?) evita la marcia indietro. Se non è una storia assurda questa, quale altra?
Alla fine tutto è bene quel che finisce bene. Il treno riparte verso Charleroi e io riesco ad arrivare in tempo all'aeroporto. Non sono sicuro che tutti gli altri passeggeri siano stati fortunati come me, ma io ne sono uscito indenne e con una storia in più da raccontare.
Tutto normale fino a quando il treno si ferma alla stazione di Fleurus. L'unica in tutto il tragitto che è qualcosa di più di due banchine e qualche cartello con il nome della stazione. Due persone cercano di scendere dall'uscita davanti a me, ma la porta sembra bloccata e non si apre. Allora si precipitano verso un'altra uscita. Io li seguo con la coda dell'occhio per vedere se riescono ad arrivarci prima che il treno riparta.
Ce la fanno in tranquillità semplicemente perchè il treno non riparte. In compenso non possono scendere perchè tutte le porte sono bloccate. Dal Belgio, come avevo già iniziato ad imparare, puoi aspettarti sempre di tutto. In genere il peggio. Tant'è che dopo poco vedo il macchinista attraversare tutto il treno, scedere dopo aver aperto una delle porte e poi allontanarsi sul marciapiede. La perplessità inizia a diffondersi tra i passeggeri iniseme all'impazienza. Il treno è bloccato in mezzo al nulla belga e il tempo passa. Molti rischiano di perdere l'aereo. Io sono abbastanza tranquillo perchè questa volta sono partito in anticipo ed ho ancora tempo per arrivare all'aeroporto.
Il tempo continua a passare e finalmente il macchinista ritorna. Qualcuno lo blocca e si fa spiegare la situazione. La spiegazione è tanto semplice quanto paradossale. Il controllore ha perso il treno. O meglio, il controllore, dopo esser sceso alla stazione precedente per dare il via al treno, non è riuscito a risalire ed il treno è partito senza di lui senza accorgersene. Inoltre il controllore ha lasciato il cellulare sul treno e la stazione precedente è una stazione fantasma di un paesino minuscolo, quindi non c'è alcuna possibilità di comunicare con il controllore. E senza di lui il treno non si può muovere. Questo dicono i regolamenti.
Un sentimento fra la rabbia e l'incredulità monta nel treno. Le lancette dell'orologio continuano a girare ed il rischio di perdere l'aereo inizia ad interessare anche me. Ma i colpi di scena non sono finiti. Il macchinista dice che c'è una sola possibile soluzione. Bisogna fare marcia indietro ed andare a prendere col treno il controllore disperso alla stazione precedente. E non è una battuta. Lo dice seriamente. Tanto seriamente che decide di mettere in pratica questa sua idea che a me sembra malsana. Ma il treno si muove di pochi metri in direzione opposta a dove dovrebbe essere diretto ed è di nuovo fermo. Cosa succede stavolta? Semplice. Non c'è più bisogno di andare a prendere il controllore perchè ha trovato un passaggio. Un treno merci che transitava sulla stessa linea lo sta portando alla nostra stazione. Autostop in treno (trenostop?) evita la marcia indietro. Se non è una storia assurda questa, quale altra?
Alla fine tutto è bene quel che finisce bene. Il treno riparte verso Charleroi e io riesco ad arrivare in tempo all'aeroporto. Non sono sicuro che tutti gli altri passeggeri siano stati fortunati come me, ma io ne sono uscito indenne e con una storia in più da raccontare.
chiedo perdono a chi ha già ascoltato questa storia, ma io sono come i vecchi che raccontano sempre le stesse cose
RispondiEliminaE' la prima volta che leggo questa storia ed è davvero incredibile. Immagino se fossi stato io su quel treno. Conoscendomi, e sapendomi sempre fin troppo in anticipo non mi sarebbe andato giù perdere una coincidenza.
RispondiEliminaCiao
Sui treni ne ho ascoltate di tutti i colori, ma una storia del genere non l'avevo davvero mai sentita...
RispondiEliminaquesto blog diventa sempre più curioso.
RispondiEliminaha una categoria treni, e ho alcuni motivi per interessarmene, ai treni, intendo, e racconta avventure che nemmeno io in tutti questi anni ho vissuto.
buffo, buffissimo.
ps cercherò di creare un link dal mio inutile e sperduto blog a questo post, se nn ti dispiace
eppure io di treni ne ho presi davvero pochi in vita mia...sarà fortuna
Eliminacrea pure tutti i link che vuoi