Tutti conoscono Guernica per la famosissima tela di Picasso:
Molti sanno anche la storia che c'è dietro. Il 26 Aprile 1937, durante la guerra civile spagnola, la cittadina fu rasa al suolo sotto le bombe dell'aeronautica tedesca mandata da Hitler e di quella italiana mandata da Mussolini, entrambe a supporto di Franco, e quindi divorata dalle fiamme alimentate da un forte vento.
Al comando dell'unica unità repubblicana presente a Guernica quel giorno c'era Joseba Elosegui. Scampato al bombardamento e sopravvissuto alle rappresaglie negli anni successivi, il 18 Settembre 1970, in occasione di un torneo di pelota basca a San Sebastian a cui Franco era venuto ad assistere, Joseba, ormai anziano, si diede fuoco e si gettò ai piedi del dittatore spagnolo. Il suo messaggio fu: "Voglio che senta il fuoco che brucia un corpo umano".
My brain is hanging upside down (Bonzo goes to Bitburg), questo è il titolo completo, è una canzone del 1985 dei Ramones alla cui produzione, fra gli altri, ha lavorato anche Lemmy dei Motörhead. Dopo i minimi dati relativi alla canzone, veniamo al significato. Bitburg è una cittadina di tredicimila abitanti nella regione della Renania-Palatinato in Germania. Lasciatemi aggiungere che durante un viaggio da quelle parti due estati fa, ci sono passato apposta:
Il testo, per non intasare troppo la pagina, lo vedete pigiando il pulsante:
You've got to pick up the pieces
C'mon, sort your trash
You better pull yourself back together
Maybe you've got too much cash
Better call, call the law
When you gonna turn yourself in? Yeah
You're a politician
Don't become one of Hitler's children
Bonzo goes to bitburg then goes out for a cup of tea
As I watched it on TV somehow it really bothered me
Drank in all the bars in town for an extended foreign policy
Pick up the pieces
My brain is hanging upside down
I need something to slow me down
Shouldn't wish you happiness, wish her the very best
Fifty thousand dollar dress
Shaking hands with your highness
See through you like cellophane
You watch the world complain, but you do it anyway
Who am I, am I to say
Bonzo goes to bitburg then goes out for a cup of tea
As I watched it on TV somehow it really bothered me
Drank in all the bars in town for an extended foreign policy
Pick up the pieces
My brain is hanging upside down
I need something to slow me down
If there's one thing that makes me sick
It's when someone tries to hide behind politics
I wish that time could go by fast
Somehow they manage to make it last
My brain is hanging upside down
I need something to slow me down
Il Bonzo che va a Bitburg del titolo si riferisce niente di meno che all'allora presidente degli Stati Uniti: Ronald Reagan. Bonzo è un dispregiativo che veniva usato per Reagan e preso dal nome dello scimpanzè con cui il presidente, che veniva da una carriera di attore, aveva recitato nel film Bedtime for Bonzo del '51.
La vicenda di cui tratta la canzone è la visita di Reagan al cimitero militare di Bitburg, nell'ambito delle celebrazioni del quarantesimo anniversario della giornata della vittoria in Europa da parte delle truppe alleate nella seconda guerra mondiale. Reagan si trovava in quei giorni in Germania per il G7 che si teneva a Bonn, l'allora capitale della Germania Occidentale. La scelta, fatta d'accordo con l'allora presidente tedesco Kohl, si orientò sul cimitero di Bitburg perchè vicino ad una base militare americana dove erano stanziati undici mila soldati a stelle e strisce.
L'entourage del presidente motivò la scelta aggiungendo che nel cimitero erano sepolti soldati sia teseschi che americani. Questo, però, si rivelò un terribile errore di sufficienza da parte dei consiglieri di Reagan. Infatti, non solo i resti di tutti i soldati americani erano stati portati via dalla Germania da tempo, ma i media scoprirono che nel cimitero erano sepolti, oltre a semplici soldati tedeschi, 49 membri delle SS.
Questi fatti generarono un'ondata di critiche sul suolo americano e appelli a cancellare la visita furono lanciati da diverse parti. Ma, alla fine, questa ebbe luogo lo stesso. E i Ramones furono talmente toccati dalle immagini televisive della visita da scriverci una canzone. Non molto tenera nei confronti di Reagan.
Correva l'anno 2003. Piena estate. Un anno prima il fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori e la rifondazione di quella che, prima di riprendersi il nome originale, per un anno si chiamò Florentia Viola. Il campionato di C2, da dove fu costretta a ricominciare, fu vinto non troppo agevolmente. I protagonisti erano giocatori del calibro di Bismark, Nicodemo, Hutwelker, Bochu, Masitto e Felice Evacuo. Per non parlare di un Quagliarella agli esordi, di un Diamanti ancora non sbocciato e del bomber Riganò.
Quell'anno uno dei giocatori più apprezzati fu Raffaele Longo. Con un passato in serie A tra Napoli, Parma e Vicenza, Longo era arrivato alla Fiorentina in prestito dal Palermo. Durante quell'estate, sia prima di sapere del ripescaggio in serie B che dopo, le notizie su un imminente accordo per l'acquisizione definitiva del suddetto Longo si inseguivano su tutti i media fiorentini, suprattutto sui siti internet specializzati. Non passava giorno senza che ci fossero nuove notizie e nuovi dettagli sul trasferimento imminente. Alla fine Longo finì alla Salernitana e non alla Fiorentina e Ore decisive per Longo divenne un tormentone.
Dieci anni sono passati da quell'estate e tanti giocatori si sono avvicendati sul prato del Franchi. Anche gli obiettivi sono un po' diversi, ma i meccanismi delle notizie durante il calciomercato sono gli stessi. Quest'estate: Ore decisive per Mario Gomez.