13 ottobre 2011

Se n'è andato un uomo che ha rivoluzionato l'informatica

No, non sto parlando di quel piazzista di Steve Jobs. Qualche giorno fa è morto Dennis Ritchie. E' stato il padre del C, pietra miliare dei linguaggi di programmazione (sia Windows che Mac OS sono parzialmente scritti in C, per quanto ne so), ed ha avuto un ruolo fontamentale nello sviluppo di UNIX, sistema operativo che ha dato vita ad una serie larghissima di figli e figliastri (tra cui il più famoso è Linux) ampiamente utilizzata soprattutto in ambito scientifico.
Io non sono uno smanettone nè un geek informaitico. Per me l'informatica è semplicemente un fondamentale strumento di lavoro. Il C è il linguaggio di programmazione con cui lavoro e i programmi che scrivo li eseguo su delle UNIX stations. Insomma chiunque abbia a che fare con l'informatica per lavoro deve moltissimo a Ritchie, che sta a Steve Jobs come l'inventore degli antibiotici sta all'inventore delle pillole dimagranti.

8 ottobre 2011

Auto tedesche e pubblicità assurde


Passi la BMW che vuole farci credere che quello che rende le persone uniche è il tipo di macchina che guidano. Concetto stupido, ma classico nel mondo della pubblicità. Ma la Mercedes è davvero sconfinata nel ridicolo.


Scappi dalla civiltà e vai a vivere in montagna e ti porti dietro un cavallo bianco? Che poi da una parte c'è il lago e dall'altra il bosco fittissimo. Lu usi per andare avanti e indietro sulla spiaggia? Lo specchio? Che minchia te ne fai di uno specchio di dieci metri quadrati? Ti fai bello per il cane? La giacca e la cravatta te le sei portate dietro per andare a cena fuori con Fido? Che fra l'altro cosa se ne fa della medaglietta di riconoscimento? Se lo ritrova Big-Foot te lo riporta indietro? Visto che c'eri potevi portarti dietro una porta, che con quelle due assi sbilenche appena va sotto zero che fai? Ti guardi allo specchio? E la sciarpina da hipster? La vita semplice che l'uomo avrebbe dovuto vivere è andare in mezzo ai monti per passare il tempo a guardarsi allo specchio e a pensare a quanto è figa la sciarpa? Che poi in mezzo ai monti....tempo venti secondi di corsa ed è già su una strada. E son bastati tre giorni lontano dalla civiltà che hai già disimparato ad attraversare una strada per andare a riprenderti il cane?
Ma prendiamo per buone tutte queste assurdità. Che turba mentale ha uno che fa una scelta di vita e decide di andare into the wild, poi vede una macchina e cambia idea? Schizofrenia, mi sa. Era buono come spot di una clinica per malati mentali.

6 ottobre 2011

I hear the rain

3 ottobre 2011

Valle del Reno da Bingen a Coblenza

Valle del medio Reno superiore o gola del Reno. Comunque la vogliate chimare, parlo di quella sezione tedesca del Reno da Bingen a Coblenza che può vantarsi di far parte dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Entrambe le rive sono costellate di borghi più o meno medievali, di castelli, fortificazioni, rovine eccetera in quantità industriali ed ognuno di questi, o quasi, ha una leggenda che lo accompagna. Il particolare clima della gola fa in modo che sia un luogo ideale per la viticoltura, quindi le sue rive sono anche ampiamente coltivate con vigneti.
La valle si può percorrere sulla riva occidentale oppure orientale, salendo o scendendo, in automobile o in biclicletta, a piedi o sul battello. Io l'ho fatta in macchina salendo da Bingen a Coblenza, partendo dalla riva occidentale e finendo su quella orientale, attraversando il fiume a metà strada su un battello (non ci sono ponti prima di Coblenza).

Bingen dal Burg Klopp con il Reno sullo sfondo

Bingen am Rhein sorge alla confluenza della Nahe nel Reno che, proveniente da Magonza, fa una curva di novanta gradi per gettarsi in direzione di Coblenza. Ci ho passato la sera, con ottima cena in un pittoresto ristorantino vicino alla Basilica, e la notte prima di percorre la Rheintal, godendo anche di uno splendido tramonto in riva al fiume.

L'entrata della valle del Reno con Mäuseturm e Burg Ehrenfels

A controllare l'ingresso nella valle ci sono le rovine di Burg Ehrenfels sulla sponda orientale e la Mäuseturm (la torre dei topi) su una piccola isola nel fiume. La leggenda racconta che il crudele arcivescovo di Magonza, che la utilizzava per riscuotere i tributi dalle navi in passaggio, ci si rifugiò per scappare ad una armata di topi che aveva attaccato il suo castello. I topi però lo seguirono fino alla torre attraversando il fiume e lì lo mangiarono vivo.

Salendo verso Burg Sooneck

Pochi kilometri dopo Bingen ci sono in successione Burg Rheinstein, abbarbicato su uno sperone di roccia sopra il Reno, Burg Reichenstein, all'altezza del quale ho aiutato una roulotte a disincastrarsi dalle rotaie subito prima che il passaggio a livello si chiudesse per l'arrivo del treno (scena molto cinematografica), e Burg Sooneck, in direzione del quale mi avventuro per una stradina sterrata che alterna passaggi in mezzo al bosco a tratti panoramici in mezzo alle vigne.

Burg Stahleck e case a graticcio a Bacharach

Perla della valle è Bacharach, splendida cittadina dalle caratteristiche case a graticcio e dominata dal Burg Stahleck al quale è possibile accedere grazie ad una camminata che corre lungo le antiche mura che fanno parte insieme alle numerose torri della fortificazione del paese.
Poco dopo Bacharach, Burg Pfalzgrafenstein è una fortificazione per il pedaggio che sorge su un'isoletta in mezzo al Reno con la caratteristica forma che ricorda quella di una nave. Una catena lungo il fiume bloccava le navi di passaggio e chi si rifiutava di pagare correva il rischio di essere imprigionato nelle segrete del castello.
Proseguendo ancora verso nord si incontrano prima Oberwesel e poi Sankt Goar, dominate rispettivamente dallo Schönburg e dalle rovine del Burg Rheinfels. A Sankt Goar prendo il traghetto per la corrispettiva cittadina di Sankt Goarshausen sulla riva orientale, sovrastata dal Burg Katz (gatto) e dal rivale Burg Maus (topo).

Burg Katz e Sankt Goarshausen da Lorelei

Da Sankt Goarshausen mi inoltro verso l'interno per salire al punto panoramico di Lorelei, sperone di roccia che segna il punto più stretto del Reno. Secondo la leggenda Lorelei, una creatura femminile delle acque, incantava i naviganti con la sua bellezza ed il suo canto (il nome Lorelei deriverebbe proprio da termini che significano la roccia che mormora in un antico dialetto tedesco) facendoli naufragare tra le correnti del pericoloso passaggio. Sirena o no, la cosa sicura è che dalla sua altezza c'è uno splendido panorama della valle del Reno.
Malgrado sia ormai pomeriggio inoltrato, la temperatura sfora abbondantemente i 30°. Burg Liebenstein, Burg Sterrenberg e Marksburg sono gli altri castelli che incontro sulla sponda orientale prima di arrivare a Coblenza, che si trova alla confluenza del Reno con la Mosella. La città non mi fa una bella impressione, sarà per il fatto che è mezza recintata con ingresso a pagamento per non so quale motivo, sarà per gli splendidi paesaggi che ho visto durante la giornata. In ogni caso batto il record mondiale di tempo impiegato per visitare una città e dopo un'ora decido di ripartire. Così il mio viaggio lungo il Reno si conclude ad Andernach, piacevole cittadina rivierasca, nello stesso modo in cui era partito. Con uno splendido tramonto.

Tramonto lungo il Reno ad Andernach

Qui un riassunto di tutto il road trip.
Qui il percorso su Google Maps.

1 ottobre 2011

Crupet e Spontin