26 gennaio 2010

Il catcher

Il sole splende caldo e sornione su questa strana mattina di metà giugno. Un piacevole vento soffia e fa ondeggiare le spighe del campo in cui mi trovo. Nuvole non ce ne sono a perdita d'occhio. L'azzurro del cielo forma un bel contrasto con il giallo paglierino del campo, ma il mio sguardo è perso da qualche parte verso l'orizzonte.
Attraverso la maschera è come se guardassi il mondo da un'oblò, senza annoiarmi nemmeno un po'. I miei pensieri vagabondano, ripercorrendo il filo non molto logico che mi ha portato qui.
Fino a poco più di un mese fa avevo un posto di lavoro fisso e rispettabile. Avevo un ottimo stipendio, la stima dei colleghi, i pagamenti mensili del mutuo della casa a cui facevo fronte senza problemi.
Avevo amici e hobbies da portare avanti. Poi qualcosa è cambiato. Una notte di fine primavera, mi sono fermato a guardare il cielo stellato. Mi sono fermato a pensare alla vita che stavo vivendo e mi sono accorto che non era la mia.
Il giorno dopo mi sono presentato al lavoro in orario, come al solito. Ma invece che andarmi a sedere alla solita scrivania, davanti al solito computer mi sono diretto verso l'ufficio del mio capo.
- Mi licenzio - sono state le uniche parole che gli ho detto. Ho raccolto le cose dalla mia scrivania e me ne sono andato.
A quel punto non mi rimaneva che salutare qualche amico, sistemare tutte le questioni burocratiche e poi decidere dove andare. Perchè l'unica cosa sicura era che avrei viaggiato. Senza alcuna meta precisa, lasciandomi guidare dall'istinto e dall'occasione del momento.
Non ricordo neanche come mi è venuta in mente Winnipeg, in Canada, come destinazione. Partendo dall'aeroporto di Zaventem a Bruxelles, facendo scalo al JFK ed a Chicago, sono state più di quindici ore di viaggio. Poi una macchina presa a noleggio e un giorno di viaggio attraverso i campi sconfinati del Manitoba. Ed eccomi qui.
A destarmi dai miei pensieri è il rumore della palla bianca con le cuciture rosse che si fa largo tra le spighe. Il ragazzino davanti a me gira la mazza a vuoto e io la raccolgo nel guantone. Strike.
Fino a qualche giorno fa ero ancora nella vecchia Europa. Un mesetto fa avevo un lavoro ed uno stipendio. Adesso sono a giocare a baseball in un campo di segale con dei ragazzini del posto. Mi hanno dato il ruolo di catcher. Il catcher nella segale.




5 commenti:

  1. Che poi,dico,che meraviglia.
    Che poi,penso anche che dovresti dirmi quale è il trucco.
    Per la libertà.

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  2. c'è stata della serendipity su salinger, sì. e, se è di te che parli, mi sa che abbiamo un trascorso lavorativo parecchio analogo.

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  3. no, ho controllato, non era serendipity il termine che cercavo. intendevo quando parli di una cosa, e parecchio - anch'io avevo appena parlato tanto di salinger, qui: http://vieniminelcuore.splinder.com/post/21690138 e succede qualcosa riguardo a quella cosa. c'è un nome per quella cosa lì, a parte "coincidenza"?

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