Il sole splende caldo e sornione su questa strana mattina di metà giugno. Un piacevole vento soffia e fa ondeggiare le spighe del campo in cui mi trovo. Nuvole non ce ne sono a perdita d'occhio. L'azzurro del cielo forma un bel contrasto con il giallo paglierino del campo, ma il mio sguardo è perso da qualche parte verso l'orizzonte.
Attraverso la maschera è come se guardassi il mondo da un'oblò, senza annoiarmi nemmeno un po'. I miei pensieri vagabondano, ripercorrendo il filo non molto logico che mi ha portato qui.
Fino a poco più di un mese fa avevo un posto di lavoro fisso e rispettabile. Avevo un ottimo stipendio, la stima dei colleghi, i pagamenti mensili del mutuo della casa a cui facevo fronte senza problemi.
Avevo amici e hobbies da portare avanti. Poi qualcosa è cambiato. Una notte di fine primavera, mi sono fermato a guardare il cielo stellato. Mi sono fermato a pensare alla vita che stavo vivendo e mi sono accorto che non era la mia.Fino a poco più di un mese fa avevo un posto di lavoro fisso e rispettabile. Avevo un ottimo stipendio, la stima dei colleghi, i pagamenti mensili del mutuo della casa a cui facevo fronte senza problemi.
Il giorno dopo mi sono presentato al lavoro in orario, come al solito. Ma invece che andarmi a sedere alla solita scrivania, davanti al solito computer mi sono diretto verso l'ufficio del mio capo.
- Mi licenzio - sono state le uniche parole che gli ho detto. Ho raccolto le cose dalla mia scrivania e me ne sono andato.
A quel punto non mi rimaneva che salutare qualche amico, sistemare tutte le questioni burocratiche e poi decidere dove andare. Perchè l'unica cosa sicura era che avrei viaggiato. Senza alcuna meta precisa, lasciandomi guidare dall'istinto e dall'occasione del momento.
Non ricordo neanche come mi è venuta in mente Winnipeg, in Canada, come destinazione. Partendo dall'aeroporto di Zaventem a Bruxelles, facendo scalo al JFK ed a Chicago, sono state più di quindici ore di viaggio. Poi una macchina presa a noleggio e un giorno di viaggio attraverso i campi sconfinati del Manitoba. Ed eccomi qui.
A destarmi dai miei pensieri è il rumore della palla bianca con le cuciture rosse che si fa largo tra le spighe. Il ragazzino davanti a me gira la mazza a vuoto e io la raccolgo nel guantone. Strike.
Fino a qualche giorno fa ero ancora nella vecchia Europa. Un mesetto fa avevo un lavoro ed uno stipendio. Adesso sono a giocare a baseball in un campo di segale con dei ragazzini del posto. Mi hanno dato il ruolo di catcher. Il catcher nella segale.
Yeah!
RispondiEliminaChe poi,dico,che meraviglia.
RispondiEliminaChe poi,penso anche che dovresti dirmi quale è il trucco.
Per la libertà.
non c'è trucco
RispondiEliminanon c'è inganno
c'è stata della serendipity su salinger, sì. e, se è di te che parli, mi sa che abbiamo un trascorso lavorativo parecchio analogo.
RispondiEliminano, ho controllato, non era serendipity il termine che cercavo. intendevo quando parli di una cosa, e parecchio - anch'io avevo appena parlato tanto di salinger, qui: http://vieniminelcuore.splinder.com/post/21690138 e succede qualcosa riguardo a quella cosa. c'è un nome per quella cosa lì, a parte "coincidenza"?
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