Sabato sono stato a Roma a trovare un'amica blogger e sono riuscito a convincerla ad andare a visitare il Quartiere Coppedè. Più che un quartiere è un isolato e prende il nome dall'architetto fiorentino che l'ha progettato agli inizi del Novecento.
Vi si entra da via Tagliamento attraverso un imponente arco che fa da elemento di unione tra i palazzi, detti degli Ambasciatori, sui due lati di via Dora. Sotto l'arco c'è un lampadario, cosa più unica che rara per un ambiente esterno. Lo stile architettonico del quartiere è difficile da definire soprattutto per me che non sono un esperto in materia. Lo definirei onirico, ma potrebbe essere un incrocio tra il gotico e l'art nouveau. Per certi versi può ricordare quello di Gaudì.
Al centro del quartiere c'è piazza Mincio con la Fontana delle Rane. Ai lati della piazza sorgono:
- i villini delle Fate, le cui pareti sono ricche di dipinti (la maggior parte con richiami a Firenze, come le rappresentazioni di Dante e Petrarca) e dei più svariati elementi architettonici,
- il palazzo del Ragno, che deve il suo nome ad una decorazione sopra il portone d'ingresso,
- un terzo palazzo sulla cui facciata c'è un arco che dovrebbe essere la riproduzione di una scenografia del kolossal muto Cabiria.
La zona mi è parsa molto tranquilla e soprattutto sembra sconosciuta al turismo di massa. Ecco alcune foto:
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L'arco d'ingreso |
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La Fontana delle Rane |
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I villini delle Fate | | | | | |
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Il palazzo del Ragno |
Quel Villino delle Fate è in debito con noi: la signora vestita di verde ci deve ancora un tè! :)
RispondiEliminaP.S. In effetti macchine e cartelli stradali rovinano un pò l'atmosfera onirica (sì, mi pare proprio adatto questo aggettivo) del quartiere...