Come prima cosa mi tocca scrivere che ho tribolato non poco a trovare il titolo per questo post. Semplicemente perchè non sapevo che articolo mettere davanti a chocolatier. In italiano si direbbe: i cioccolatai. Ma i chocolatiers (i sciocolatié) suona male. Quindi forse meglio gli chocolatier. Alla fine ho deciso di trovare un titolo che mi consentisse di eliminare del tutto l'articolo.
Il Belgio, dal punto di vista gastronomico, è famoso per poche cose: la birra, i waffels, le french fries (che a quanto pare dovrebbero chiamarsi belgian fries) e, per l'appunto, il cioccolato. In particolare, il Belgio è famoso per le praline (ovvero cioccolatini, non so bene quale sia la differenza o se ce ne sia una), inventate da Jean Neuhaus, chocolatier belga di origine svizzera, agli inizi del 1900. Visto l'improvviso ed inaspettato arrivo della primavera, ieri pomeriggio ho fatto un salto a Bruxelles fermandomi a fare qualche foto ad alcuni negozi di chocolatier.
Mi sembra logico, a questo punto, iniziare la rassegna proprio da Neuhaus, azienda fondata nel 1857 e, come detto, detentrice della paternità sulle praline. A quanto pare, alla famiglia Neuhaus si deve anche l'invenzione della scatola per praline nel 1915. Fino a quel momento erano vendute in coni di carta. Oggi la Neuhaus ha 1500 negozi in 50 paesi, distribuiti in tutti e 5 i continenti. (www.neuhaus.be)
Il Belgio, dal punto di vista gastronomico, è famoso per poche cose: la birra, i waffels, le french fries (che a quanto pare dovrebbero chiamarsi belgian fries) e, per l'appunto, il cioccolato. In particolare, il Belgio è famoso per le praline (ovvero cioccolatini, non so bene quale sia la differenza o se ce ne sia una), inventate da Jean Neuhaus, chocolatier belga di origine svizzera, agli inizi del 1900. Visto l'improvviso ed inaspettato arrivo della primavera, ieri pomeriggio ho fatto un salto a Bruxelles fermandomi a fare qualche foto ad alcuni negozi di chocolatier.
Mi sembra logico, a questo punto, iniziare la rassegna proprio da Neuhaus, azienda fondata nel 1857 e, come detto, detentrice della paternità sulle praline. A quanto pare, alla famiglia Neuhaus si deve anche l'invenzione della scatola per praline nel 1915. Fino a quel momento erano vendute in coni di carta. Oggi la Neuhaus ha 1500 negozi in 50 paesi, distribuiti in tutti e 5 i continenti. (www.neuhaus.be)
Altrettato famoso ed internazionale è Godiva, chocolatier fondato nel 1926 e che prende il nome dalla leggendaria Lady Godiva. Anche in questo caso si tratta di un produttore industriale, forse anche più di Neuhaus, tanto che nel '67 passò in mani americane e adesso è posseduta da un gruppo turco. I negozi sono sparsi in tutto il mondo, ma i più caratteristici sono chiaramente quelli di Bruxelles, come quello nella Grand Place o quello davanti al Manneken Pis, dove si possono comprare i caratteristici coni di fragole ricoperti di cioccolato. (www.godiva.be)
Poi c'è Pierre Marcolini, giovane chocolatier belga, vincitore di numerosi premi. Ha aperto i suoi primi negozi a Bruxelles nella seconda metà degli anni '90 e adesso, oltre a quelli in Belgio, può vantare punti vendita in Giappone, a New York, a Parigi e in Kuwait. Marcolini è sicuramente lo chocolatier più alla moda, quello che punta maggiormente sulla ricercatezza estetica dei suoi prodotti. Altrettanto ricercata è la cura dedicata alle materie prime. Il tutto fa sì che probabilmente sia anche quello più caro. (www.marcolini.be)
Insieme ai grandi nomi, esistono anche chocolatier di più piccole dimensioni ma non senza tradizione, come Mary in Rue Royale, fondato nel 1919 da Madame Marie Delluc. (www.marychoc.com)
Ovviamente la gamma di chocolatiers non si esaurisce con questi quattro nomi che ho proposto, ma ce ne sono molti altri: Leonidas tra le grandi catene o Frederic Blondeel tra quelli più artigianali. Quello che c'è di sicuro è che le praline sono uno dei migliori motivi per visitare Bruxelles.
Giochi sporco, non vale...
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