17 agosto 2010

Il principio antropico


Questo post, più o meno filosofico, prende spunto da una conversazione avuta a colazione a Monaco di Baviera domenica scorsa. Conversazione tra me, una mia amica ed il suo ragazzo. Io mi definisco ateo, la mia amica agnostica. Il suo ragazzo non sono sicuro in che posizione si trovi. Il discorso verteva sull'evoluzione e sul fatto che, per l'uomo, l'avere un cervello così sviluppato non è necessariamente derivato dalla selezione naturale. La conclusione di questo ragazzo è stata che il potersi chiedere dell'esistenza di dio, visto che non è funzionale all'evoluzione, potrebbe essere implicitamente una prova intrinseca dell'esistenza di dio o di un disegno intelligente nell'evoluzione. 
Questa affermazione mi ha fatto tornare in mente delle riflessioni che avevo fatto sul principio antropico che afferma, nella sua accezione debole, una cosa piuttosto banale, ma che la gente sottovaluta. Cioè che le osservazioni scientifiche (in particolare quelle sull'universo) devono essere compatibili con l'esistenza di chi le osserva. In pratica la probabilità di trovarti in un universo compatibile con la tua esistenza è del 100%.
Il principio antropico, dal mio punto di vista, ti dice che non devi stupirti se l'universo sembra fatto apposta per l'esistenza di vita intelligente sulla terra oggi (fine-tuned universe). Questo non vuol dire necessariamente che l'universo sia fatto apposta per permettere la vita dell'uomo sulla terra (disegno intelligente), ma, ribaltando il punto d'osservazione, la vita, l'uomo e la terra sono come sono perchè l'universo è fatto in un certo modo ed è in un certo momento della sua storia. In altre parole che l'uomo osservi l'universo in modo antropocentrico è conseguenza della sua esistenza. Ma allo stesso modo una mucca sarà convinta che l'erba sia lì apposta per essere ruminata da lei e quindi avrà una visione muccocentrica dell'universo. Così come del metano liquido su qualche luna di qualche pianeta di qualche sole di qualche galassia dell'universo si troverà così bene in mezzo all'altro metano liquido di quella luna. Osserverà come le condizioni di temperatura pressione eccetera siano perfette per del metano liquido concludendo che l'universo è fatto apposta perchè su quella luna in quel momento ci sia del metano liquido, cioè avrà una visione metanoliquidocentrica dell'universo. In pratica la presenza di un osservatore rende imparziale l'osservazione, perchè l'osservazione deve essere compatibile con l'esistenza dell'osservatore.
Tutto questo per dire che avere un cervello in grado di farsi domande sull'esistenza di dio non vuol dire necessariamente che ci sia un disegno intelligente che ha fatto in modo che avessimo questa facoltà. L'impressione protrebbe essere questa per via del principio antropico. In realtà mi sembra più probabile che sia stato il fatto di avere un cervello così evoluto, che è in grado di farsi domande sul perchè delle cose, ma che non è in grado di rispondere a tutte, ad aver creato il concetto di dio.

4 commenti:

  1. Io in genere mi concentro sulla religione oppio dei popoli parte della sovrastruttura volta all'alienazione dell'uomo..il lato filosofico l'ho sempre evitato,ma m'è piaciuto molto quello che hai scritto,quindi lo riutilizzerò alla prossima conversazione del genere che mi capiterà!

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  2. quello di cui parli te è un uso che viene (o veniva) fatto della religione

    però esula dalla questione di dio come entità creatrice dell'universo (di cui se ne sarebbe potuto disinteressare un attimo dopo) su cui mi sono concentrato io in questo post

    in quel senso il concetto di dio serve a tentare di colmare un vuoto
    è un tentativo di dare uno scopo alla vita e all'universo
    la religione nasce per dare risposta a domande per cui (in quel luogo, in quel momento) non c'è risposta

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  3. E' interessante notare come gli dei vengono venerati nonostante la scienza abbia dato risposte concrete e tangibili a molte delle domande sul principio delle cose che si attribuivano in passato all'origine divina. Il cristianesimo ne è un esempio evidentissimo. Esistono ancora gruppi di persone che venerano gli dei dell'Olimpo e i Lari e i Penati dell'Antica Roma. Sembra proprio che il semplice fatto di pensarlo il dio, basti a farlo esistere, anche semplicemente come giustificazione o principio ispiratore del modo di agire delle persone (etica), magari allettati dall'idea di un aldilà.

    Ed è assurdo come ogni dio di ogni popolo, con una storia e poteri propri, diversi da quelli degli altri dei, trovi una plausibile ragione d'essere. Ma da quanti dei dovrebbe esser stato creato questo solo universo?

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  4. ma ci saranno sempre domande a cui la scienza, o meglio l'uomo, non potrà rispondere

    e ci sarà sempre chi sentirà la necessità di colmare questi vuoti in qualche modo

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